Angelo Lorenzetti stamattina all'ITT Buonarotti-Pozzo di Trento

foto trentinovolley.it

Trento, 20 dicembre 2016

 

Mattinata a stretto contatto con il mondo studentesco e scolastico per Angelo Lorenzetti. L’allenatore della Diatec Trentino è intervenuto come relatore all’incontro organizzato dagli alunni dall’Istituto Tecnico Tecnologico Buonarroti–Pozzo di Trento per parlare a 360° di sport ed in particolare della sua figura professionale. Assieme a lui, anche il Coach dell’Aquila Basket Maurizio Buscaglia, con cui durante le due ore di particolare lezione sono nati alcuni momenti di confronto interessanti e divertenti al tempo stesso.
La professione di allenatore mi piace sempre di più perché mi fa invecchiare positivamente, restando sempre a stretto contatto coi giovani, con cui per rapportarmi in maniera corretta devo continuamente aggiornarmi e lavorare su me stesso – ha ammesso il tecnico marchigiano, alla sua prima stagione a Trento - . In un mondo che continua a mutare e in cui  è forte l'esigenza di essere più "social", credo che i giocatori sentano più la necessità di essere accompagnati che di essere comandati nella loro carriera. Bisogna quindi saper ascoltare maggiormente e relazionarsi meglio, creando un confronto costruttivo con loro. La comunicazione fra le parti è importantissima; il mio focus deve essere concentrato sul fatto che la relazione è azione: le responsabilità delle scelte prima della partita sono dell’allenatore, ma durante durate la gara diventano del giocatore. Una volta lo sport era considerato solo un hobby, una perdita di tempo; oggi fortunatamente non è più così. C’è maggiore attenzione da parte di tutti verso questo importantissimo settore, che ormai  ha assolutamente i titoli per sedere al fianco di qualsiasi altra componente utile alla crescita dei singoli individui. E’ per questo che, al di là dei risultati, lo sport deve porsi come obiettivo quello di saper ancora tramandare i suoi valori distintivi”.
La sconfitta fa parte del gioco, del nostro lavoro, ed è un momento sicuramente significativo della mia professione, perché se assimilata correttamente ti permette di crescere – ha proseguito Lorenzetti - . Va analizzata bene, partendo dai fatti non dai giudizi.  Bisogna evitare di vedere tutto negativo o di prendere le statistiche come oro colato, perchè non raccontano mai tutto di una partita. Un allenatore americano simpaticamente diceva che le statistiche sono come il bikini: rivelano molto ma nascondono l'essenziale. Dalle sconfitte nasce un rapporto più profondo fra giocatori e staff, un rapporto più responsabile. Un consiglio per chi vuole fare pratica sportiva ad alti livelli? Capire se la propria inclinazione sia autentica o spinta da altre persone. Il talento di un giocatore va riconosciuto e accompagnato, ma va anche lasciato libero di esprimersi: chi possiede talento solitamente riesce leggere il gioco e prevedere situazioni che gli altri non riconoscono e quindi in un certo senso è in grado di insegnare qualcosa anche all’allenatore. Giannelli è uno straordinario talento, il mio compito è di aiutarlo, cercando di fare in modo di non rovinarlo. A chi mi chiede se sia meglio Simone o Bruninho rispondo che i paragoni sono sempre sbagliati e spesso fuorvianti ma che, in ogni caso, io sono una persona particolarmente fortunata: ho potuto allenare entrambi”.

 

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