Trento, 06 dicembre 2023

Sbertoli a Radio Dolomiti: "Più delle vittorie conta il modo in cui sono arrivate"

Riccardo Sbertoli negli studi di Radio Dolomiti durante la diretta della sua intervista

“Al di là delle numerose vittorie ottenute in campionato in questo primo periodo della stagione, siamo contenti del percorso compiuto e soprattutto del modo in cui sono arrivate – ha spiegato il palleggiatore dell’Itas Trentino maschile Riccardo Sbertoli in diretta su Radio Dolomiti di cui è stato ospite in studio - . Ci saranno sicuramente momenti in cui arriveranno sconfitte, ma ovviamente ora non ci pensiamo e ci teniamo stretto quello che abbiamo conquistato sin qui. Rispetto alla precedente stagione è cambiato sicuramente qualcosa, anche perché alcuni giocatori sono differenti, ma l’80% di questa squadra ha maturato assieme recenti esperienze che le permettono di vivere meglio qualsiasi tipo di situazione accada durante un normale settimana di lavoro e partite”.
“Non sono scaramantico, quindi non lo dico tanto per esorcizzare l’appuntamento, ma giocare al PalaPanini di Modena credo che sia sempre una delle partite più difficili dell’intera stagione per il contorno, la storia e l’avversario che vai a sfidare – ha proseguito l’alzatore gialloblù - ; domenica quindi dovremo essere pronti ad una battaglia durissima. Non abbiamo ancora studiato a fondo le caratteristiche della Valsa Group, ma sappiamo che di fronte al pubblico amico questa squadra avrà qualcosa in più del solito. Personalmente in questo primo periodo del campionato ho cercato di concentrarmi su me stesso e sul feeling da costruire con i nuovi compagni a livello di intesa di gioco; ora cerco di mantenere l’energia positiva che questa striscia di otto vittorie consecutive ha indubbiamente creato. Con Rychlicki, ad esempio, abbiamo trovato in fretta la palla migliore per lui; partendo dal presupposto che avevamo la stessa idea e la voglia di confrontarmi in maniera utile, non ci sono mai stati problemi. L’ultimo punto della Finale Scudetto? In quel momento ho pensato che con tutti gli attaccanti forti e bravi che avevamo, probabilmente sarei stato l’ultimo a cui il muro di Civitanova avrebbe dedicato attenzioni: è andata bene. E’ stato il momento conclusivo perfetto”.

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