Max Colaci esulta durante gara 3, l'ultima giocata in questa stagione al PalaTrento
Foto Trabalza
Trento, 18 maggio 2015
Per Simone Giannelli e Massimo Colaci, quello appena trascorso è stato l’unico weekend di riposo prima di tornare al lavoro in palestra. Già a partire da oggi il palleggiatore bolzanino ed il libero pugliese si ritroveranno a Roma per rispondere alla convocazione della Nazionale che al centro sportivo Onesti della Capitale preparerà l’esordio in World League 2015. Mercoledì sera si aggiungerà anche Filippo Lanza.
“Per un atleta di pallavolo vincere lo scudetto italiano è davvero al massimo. Se poi ripenso a come l’abbiamo vinto noi in questa stagione, senza favori del pronostico e nella sfida decisiva al PalaPanini, mi viene da dire che era obiettivamente impossibile chiedere di più – ha spiegato lo stesso Colaci al microfono di Trentino Volley Tv - . Mi ritengo molto fortunato perché non capita a tutti di vincere il titolo italiano, figurarsi chi come me ne può contare già tre in bacheca. Sono davvero felice, mi sono goduto questo successo nello scorso weekend in Puglia a casa mia ma ora sono già pronto ad iniziare la stagione con la Nazionale Italiana. Sono conscio che sarà un periodo altrettanto impegnativo, lungo e difficile come quello appena vissuto ma sono qui per dare il massimo”.
“Ringrazio Stoytchev per avermi indicato come suo personale mvp dell’annata appena conclusa con Trentino Volley – ha proseguito Max - . Rado ha sempre avuto grande fiducia in me e nei miei mezzi; mi ha sempre dato grande responsabilità e libertà nella gestione della seconda linea della squadra. Ricevere così tanta stima ovviamente è motivo di soddisfazione e ti permette di esprimerti nel migliore dei modi. Il momento più importante della serie di Finale? Indico l’intera gara 1 per la spinta ricevuta dal PalaTrento nel tentativo di rimonta e per la stessa rimonta messa in atto dalla squadra. Persa quella sfida forse l’andamento del confronto sarebbe finito diversamente. E poi ovviamente l’ultimo punto, vissuto in panchina (al servizio c’era un centrale, Birarelli, ndr), ma durante il quale ho provato sensazioni fortissime ed indimenticabili”.
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